La Penna Multicolore di - Clark Ashton Smith

Bruno Aliotta

1. Cenni bio-bibliografici

Clark Ashton Smith nacque il 13 Gennaio 1893 a Long Valley in California e morì nel sonno a causa di un infarto, il 14 Agosto 1961 nella sua casa di Pacific Grove dove viveva con la moglie Carol Jones Dorman (i due erano sposati dal 1954).

Alcuni brevi cenni biografici non sono solamente necessari per un piccolo articolo su quest'autore ma diventano molto importanti, poichè le notizie sulla vita di Smith sono brevi, anzi frammentarie.

I primi anni di vita trascorsero sereni : Clark Ashton viveva con i genitori nella vecchia Auburn, lontana alcune miglia rispetto al nuovo insediamento, sorto nelle vicinanze dell’autostrada.

Quando al giovane Smith mancavano 3 anni al conseguimento del diploma decise, di comune accordo con i genitori, di ritirarsi e proseguire gli studi autonomamente. In quel periodo imparò sufficientemente il latino da poter leggere i classici in lingua originale, fatto ciò dedicò i suoi sforzi a leggere ed imparare tutte le parole del vocabolario inglese con la loro etimologia.

I risultati furono prodigiosi e ben presto il Nostro rifiutò una borsa di studio all’università di Berkeley ripromettendosi di far meglio da solo.

Ma ripercorriamo alcune tappe, le prime, della sua carriera letteraria : nel 1904, a soli 11 anni, Smith scrive le sue prime novelle, sullo stile de "Le mille e una notte". In questo periodo, tra il 1904 ed il 1910, Smith scopre la poesia di Edgar Allan Poe ed il "Vathek" di Beckford : entrambe le opere avranno una lunga influenza sullo scrittore di Auburn.

Nel 1910 Smith vende la sua prima poesia, a questa si uniranno 3 racconti giovanili di sapore esotico (arabo ed indiano), ma i suoi interessi sono monopolizzati dalla poesia che diverrà il suo unico strumento espressivo sino alla metà degli anni ’20.

Nel gennaio 1911 riceve la prima lettera da quello che diverrà il suo mentore : George Sterling. Questa corrispondenza si protrarrà sino alla morte di quest’ultimo, avvenuta nel novembre 1926.

Nel 1912 pubblica, a soli 19 anni, la sua prima raccolta poetica intitolata "The star-treader and other poems" che riceverà lodi entusiastiche da molti esperti che lo acclamano come il "geniale poeta adolescente" paragonandolo ora a Keats ora a Byron. Il libro è dedicato a sua madre[1].

Nel luglio dello stesso anno Smith si imbatte nelle opere di Baudelaire. E’ un altro colpo di fulmine : allo scrittore francese dedicherà molti sforzi traducendo alcune opere molto abilmente.

Il 10 Agosto 1912 anche Ambrose Bierce interviene pubblicamente in favore di Smith in una lettera indirizzata ad un periodico. Probabilmente tra i due grandi scrittori ci fu un incontro a San Francisco, ma di questo non esistono prove certe.

Tra il 1912 ed il 1922 crea gran parte dei suoi poemi in prosa, discendenti diretti de "Lo spleen di Parigi" Baudelaireiano, confluiti soprattutto in "Ebony and Crystal" del 1922.

Nello stesso decennio soffre di problemi nervosi con alcuni collassi causati sempre dallo stesso motivo.

Nel 1915 si reca, ospite di Sterling, a San Francisco, per ammirare la "Panama-Pacific International exposition". Da quel momento cresce il suo interesse per la pittura, culminata in una piccola mostra a New York e nella vendita di alcuni acquarelli.

Nel giugno 1918 presso il club del libro della California, di San Francisco, viene pubblicata, in edizione di lusso, la raccolta "Ode and sonnets" che riceverà critiche tiepidamente favorevoli. Nello stesso autunno incontra Genevieve K. Sully, diverrà sua intima amica per oltre 40 anni.

Nel 1920 Scrive la prima stesura di "The Haschisch eater" confluita poi in "Ebony and Crystal".

Questo libro, uscito nel 1922, è in pratica la seconda grande raccolta poetica Smithiana ed è dedicato all’amico Samuel Loveman, poeta anche lui.

Nello stesso anno comincia la corrispondenza con Lovecraft, il celebre scrittore di Providence sarà un amico prezioso per Smith, consigliandolo, in un momento di crisi economica, di cominciare a scrivere racconti per riviste popolari. Tra i due nacque un’amicizia solidissima che durò per tre lustri e terminò solo con la morte di Lovecraft. Due importanti tributi letterari ed una testimonianza della loro amicizia sono la poesia "In memory of H.P.L." apparsa nel luglio del 1937 per l’amico defunto e la poesia "To Klarkash-Ton, lord of Averoigne", l’ultima opera di Lovecraft indirizzata proprio a Smith, scritta 4 mesi prima di morire.

Tra il 1923 ed il 1926 Smith scrive per un giornale di Auburn riuscendo a pubblicare alcuni poemi ed epigrammi. La sua attenzione, grazie ai continui incoraggiamenti di Lovecraft, si stà indirizzando verso il racconto. I suoi primi sforzi sono "Something new", "The passing of Aphrodite", "The abomination of Yondo" ed il meraviglioso "Sadastor".

Nel frattempo migliora ancora il suo francese e pubblica, nel 1925, "Sandalwood" in cui include una ventina di traduzioni dal francese. "Sandalwood" è dedicato a "George Sterling", quasi un profetico addio in quanto nel novembre del 1926 il vecchio amico lo lascerà per sempre. Per lui Smith scriverà alcune poesie commosse e struggenti, ma ormai il poeta sa camminare per la sua strada.

Durante il 1927 viene fatta la famosa gita con Genevieve K. Sully ed altri amici a Crater Ridge dove lo scrittore troverà fonte di ispirazione per il racconto "La città della fiamma cantante", forse la sua opera più riuscita in assoluto.

Tra il 1928 ed il 1935 Smith crea la sua leggenda : oltre un centinaio di racconti scritti con un’impareggiabile abilità e padronanza di linguaggio, mondi incantati e paralizzanti di bellezza ed orrore. Continenti sperduti in un tempo remoto, come Hyperborea, o futuro, come Zotique.

Questo è il suo periodo migliore : molti scrittori affrontano viaggi di centinaia di miglia, in piena Depressione economica, pur di andare a salutare il genio della parola, e a tutti riserva ospitalità e calore, scrive Hoffmann Price "...subito vidi e udii due Smith. C’era uno Smith vecchio, molto vecchio, stanco ed un po’ curvo, con un’espressione grave ed antica... ma dietro a questo, davanti a questo o attraverso c’era uno Smith fanciullesco, sorridente, uno Smith che si gustava tutte le stupidità del mondo ...".

Smith lavora all’aperto, tra le querce, spesso dorme fuori dalla piccola capanna con il solo cielo e le stelle come uniche coperte, lavora ai pozzi minerari e ne possiede uno da cui trae il materiale per le sue sculture.

Grazie agli introiti letterari Smith sopperisce alle difficoltà economiche, ma tra il 1935 ed il 1937 quattro morti funestano e sconvolgono il suo mondo silenzioso : il 9 settembre 1935 muore Fanny Gaylord, sua madre. Aveva 85 anni.

Nel giugno 1936 il suo amico e corrispondente, Robert Erwin Howard, il creatore di Conan il cimmero e tanti altri eroi letterari, si spara un colpo alla tempia.

Il 15 marzo 1937 muore per un tumore all’intestino Howard Phillips Lovecraft, forse il suo migliore amico nonostante non si siano mai incontrati.

Il 26 Dicembre dello stesso anno, anche il padre, Timeus Smith, muore a 82 anni per un attacco cardiaco causato dall’ipertensione arteriosa. Era un inglese riservato e malinconico che molto doveva aver influenzato il figlio.

Per pagare le spese funebri Smith dovette vendere 42 dei 44 acri di sua proprietà, il che la dice lunga sulle difficoltà economiche in cui versò in quei drammatici momenti.

Il bisogno minore di entrate derivante dal non aver più a carico i genitori, la morte di due amici e colleghi carissimi, i costanti litigi con gli editori che tagliano e censurano i suoi racconti, lo portano ad allontanarsi con costanza e tenacia dalle riviste popolari e dal racconto in genere.

Sul finire degli anni ’30 Smith lavora principalmente su quadri e sculture : nel 1939 ci sarà una sua mostra a San Francisco, seguita, tre anni dopo, da un’altra a Sacramento.

Sempre nel 1939 conosce Eric Barker, un suo collega, e sua moglie Madelynne Greene, danzatrice, che diventarono suoi intimi amici. A loro è dedicato l’ultimo suo ciclo poetico "The Dyonisus Hill" pubblicato postumo l’anno dopo la sua morte.

Nel 1942 la casa editrice Arkham House, diretta da Derleth, intimo amico di Lovecraft, comincia la pubblicazione dei suoi racconti. Lo stesso Smith seleziona due raccolte, e dedica "Out of space and time" (il primo libro di suoi racconti) all’eterna amica Genevieve K. Sully.

Un altro progetto che lo appassiona è quello che lo stesso Derleth gli ha commissionato : una grande raccolta antologica delle sue poesie. Smith vi lavora per molti anni, e nel 1949 spedisce il manoscritto.

Il libro uscirà solamente nel 1971, ben dieci anni dopo la morte di Smith e conterrà oltre 500 poesie (su 659 scritte da Smith in tutta la vita).

La vita di Smith, mentre si avvicina alla sessantina è abbastanza tranquilla, le sculture ed i quadri gli garantiscono quel poco che gli basta per vivere decentemente, senza lussi né miserie.

Smith non visse mai agiatamente, ebbe modo di occuparsi anche di lavori più pesanti, come il giardiniere o il taglialegna, ed attraverso queste peripezie ebbe modo di guardare il mondo con occhi disincantati. Nel suo libro di appunti, chiamato "Il libro nero" per via della copertina, dice esplicitamente che il comunismo è la pipì delle formiche mentre constata anche che il grido angosciato della vecchia America è ormai soppiantato dalle pubblicità consumistiche.

Nel frattempo continuano sporadiche le pubblicazioni poetiche, ma attorno al 1953 la salute di Smith comincia a peggiorare : lievi malori lo inducono a consultare un medico che gli diagnostica alcuni problemi cardiaci. Non si priva delle sue sigarette limitandosi a fumare di meno.

L’anno dopo, durante una visita ai Barker, conosce Carol Jones Dorman, una donna già madre di tre bambini. I due si innamorano e decidono di sposarsi il 10 novembre del 1954. Lui ha 61 anni quando arriva al suo primo ed unico matrimonio. La luna di miele si svolge nella penisola di Monterey (Smith ci lascerà un paio di poesie a tal proposito) e rientra ad abitare, alternativamente, sia ad Auburn sia a Pacific Grove.

Altri problemi avvelenano gli ultimi anni della sua vita : nel 1957 un gruppo di speculatori vuole acquistare il poco terreno che gli rimane e ai suoi rifiuti opposero la violenza, bruciando la piccola casetta in cui aveva vissuto tutta la vita e dove erano vissuti i suoi genitori. Si arrivò persino alla profanazione delle urne in cui erano contenute le ceneri della madre e del padre.

Da quel momento decide di vivere a Pacific Grove dove si spegne, presumibilmente per infarto, la notte di lunedì 14 giugno 1961 passando direttamente dal sonno alla morte.

La sua ultima poesia è un sonetto alessandrino, "Cycles", composto nel luglio 1961, l’ultimo racconto è "The dart of Rasasfa" un racconto fantascientifico in cui vigorosa è l’ironia con cui fustiga gli stereotipi della fantascienza dell’epoca.

2. I Contenuti del Corpus Smithiano

Letterariamente propenso al decadentismo, tradusse abilmente Baudelaire, Verlaine e molti altri, in più occasioni la sua prosa fu influenzata da colorite metafore e ardite invettive tipiche di questo filone.

Ad esso è consacrato il suo più famoso ciclo : quello di Zotique. Zotique era, infatti, il nome dell’album tenuto da Verlaine e Rimbaud (pressappoco nel 1871) dove i poeti annotavano versi e canzonature.

In effetti, questo è il ciclo più decadente di Smith, gli ultimi giorni di un pianeta ormai condannato in cui la magia è tornata a signoreggiare e la scienza si è persa in chissà quale stillicidio. La filosofia che caratterizza tutto il filone di Zotique si può riassumere in un pessimistico cerchio che fa ritornare l’umanità ai suoi primordi, non la barbarie che fa da sfondo alla preistoria ma l’oscura decadenza piena di perversioni e magici filtri che portano l’oblio o scatenano passioni indomabili.

Per dirla alla Baudelaire, il ciclo di Zotique è pieno di "fiori malsani", la sublimazione della corruzione che tutto avvolge, come nel racconto "La morte di Ilalotha" dove persino la più tenera cortigiana è pratica di magia nera e risorgerà dalla morte sotto forma di vampiro, pronta ad uccidere il suo annoiato ex- amante.

Proprio la magia ha un ruolo fondamentale nell’opera smithiana, oltre ad essere un utile strumento letterario sembra quasi una scelta di vita dettata dalla volontaria auto- esclusione dal mondo, non solo Smith ma anche i suoi protagonisti sono vittime e carnefici della solitudine : eruditi studiosi perduti tra polverosi libri e arcane follie, maghi onnipotenti o spaziali viaggiatori del cosmo. In nessuno (o quasi) racconto appare un antagonista umano, al contrario, per esempio, dell’opera howardiana, costruita soprattutto su duelli e contrasti di origine terrestre.

Al contrario della complessa personalit&#agrave;, quasi schizofrenica, di Howard, diviso tra sangue e poesia, Smith scelse un mondo solitario pieno di forme dissimili da quella del protagonista, ridicolizzando l’umanesimo sotto molti aspetti valutandolo come "...provincialismo cosmico, la religione di Lilliput, l’egomania della specie", negli epigrammi apparsi su "Spells and Philtres" rincara la dose affermando che "...ogni pensiero umano, ogni scienza, ogni religione sono come candele nella notte dell’universo". Una riflessione più lunga sull’argomento è espressa da Smith nel racconto "A Star Change" (tradotto in italiano in "Da Stella a Stella") in cui il protagonista viene in contatto con alcuni alieni che lo trasportano sul loro pianeta. Questa nuova prospettiva, in un primo tempo gli appare insopportabile ma dopo un’operazione in cui i suoi sensi sono resi simili a quelli degli abitanti di quell’altro mondo si trova ad apprezzare sia il nuovo pianeta sia la civiltà che vi si è sviluppata.

Purtroppo un imprevisto lo costringerà a tornare sulla Terra dove i suoi sensi non si adatteranno più e tutto gli apparirà come terribile e funesto.

Ma andando con ordine bisogna distinguere le tappe che l’opera di Smith ci offre, principalmente si può parlare di tre periodi :

1910-1927 produzione poetica e di poemi in prosa. Primi racconti di stile orientaleggiante.

1927-1937 produzione di racconti per riviste popolari

1937-1961 minore produzione letteraria, soprattutto poetica. Quasi del tutto scomparsa quella dei racconti, poiché Smith preferì altre forme di espressione, soprattutto dopo la morte del "Solitario di Providence".

L’amicizia con Lovecraft durò per quasi quindici anni nonostante il fatto non si fossero mai incontrati. La principale differenza narrativa tra i due autori fu rilevata dallo stesso Lovecraft in una sua lettera : "Voi siete un poeta e ragionate in termini di simboli, io sono uno scrittore e medito sulle atmosfere ..." ciononostante la stima e l’affetto tra i due non venne mai meno, a testimonianza dei quali troviamo l’ultima opera scritta da Lovecraft indirizzata al "Signore di Averoigne" e una bellissima poesia di Smith dedicata al defunto amico.

La poesia per Smith fu il primo amore, scrisse quasi settecento poesie in cui fondeva mirabilmente decadentismo, cosmicismo, zen e non-sense, per l'abilità di linguaggio riesce difficile tradurre i suoi versi ma è necessario porre sotto gli occhi del lettore una piccola cernita di brani presi tra le sue composizioni.

Parabole zen dicevamo, brevi ed intense, di difficile comprensione come ad esempio la Luna declinante che è "...Avvolta su una scena nevosa, blu, porpora, giallo-verde", i gatti che "...dormirono nel giorno d’inverno accuratamente alla rinfusa", ma vi sono anche pensieri espliciti, in "Prigioniero senza catene" si parla della bellezza come "...la prigioniera che nessuno può tenere, benchè tutti l’abbiano bloccata".

Le tracce di Baudelaire e Verlaine si fanno più evidenti in altre composizione come "Amor Aeternalis" dove parlando della sua compagna l’autore afferma con categorico fervore : "La tomba sarà più gentile di te, comunque le radici delle tue ortiche sono intrecciate intorno al mio cuore in un antico atteggiamento di lussuria", in "Cleopatra" sembra cantare la flautata voce di Verlaine "...la tua bellezza è il calore ed il languore di un autunno d’oriente".

Altri poeti echeggiano nella Penna di Smith come Poe e Rimbaud, il piccolo genio di Charleville sembra l’autore di "Oltre le montagne" : "Certamente oltre le montagne (ai confini del mondo) c’è grande pace. Tanta antica calma, tanta infinita quiete è sopra di loro, di certo non nelle operose città, non nel mare dove le navi fendono le onde, ma nelle valli di azzurro silenzio".

Tra i filoni più importanti della sua poetica vi sono senza dubbio le poesie d’amore, quelle "cosmicistiche" e le poesie "demoniache".

Il sentimento amoroso è sicuramente il più trattato, in tutte le sue manifestazioni : quando comincia, quando muore, quando si consolida in anni d’abitudine, negli sguardi fuggitivi dati o ricevuti da una sconosciuta passante, negli addii rancorosi verso un’amante traditrice o deludente. Tutto, in lui, è stato degno di essere cantato, compresa la libellula che si posa sulla coscia dell’amata e che fa comprendere al protagonista la delizia del presente ("La Libellula").

Le poesie che hanno per ambientazione altri pianeti hanno come scopo quello di suscitare nel lettore il "sense of wonder", come gran parte del Corpus del Nostro.

In "I Granelli" Smith scrive : "Ho visto l’universo oggi : attraverso svelanti raggi di luce..." per poi ricordare che "... ogni cosa trovò il suo apogeo...".

In "Colui che cammina tra le stelle" l’autore sottolinea la bellezza della stasi onirica : "...L’Attorcigliarsi dei fili degli anni in tessiture di mezzogiorni e mezzenotti; attraverso stelle e profondità guardai il sogno srotolarsi, quelle spire che formano le vestimenta dell’anima...".

Le poesie "demoniache", ovvero quelle in cui Smith utilizza demoni o Satana come protagonisti, si avvicinano molto a quella composte da Baudelaire.

In effetti la somiglianza tra le varie opere è data dalla comune concezione di entrambi gli autori che il demonio non sia una sorta di Anti-Dio ma qualcosa di molto vicino ad essere uno strumento di una superiore entità.

Così in "Una visione di Lucifero" Smith riconosce il supremo signore del male come : "... l’Essere Mistico, che è il fratello, nato da sogni umani, di uomini ribelli allo sconosciuto bastone; ideale mentale e spirito solare ..." e fa terminare la poesia in questo modo "...sedeva all’opposto dell’oscurità che è Dio".

Ne "Il volo di Izrael" due demoni si trovano a commentare le rovine di una Terra ormai distrutta dal tempo e dalle pestilenze : nessun trionfalismo nelle parole dei diavoli che sono invece interessati alle rovine senza tempo di città dimenticate.

Non c’è competizione con un Dio "... le cui vesti non sono contaminate dalla polvere delle cose sconosciute e morte..." ("Dopo l’Armaggedon"), ma semplice curiosità che pare animare instancabilmente tutti gli esseri viventi.

Una menzione a parte meritano le poesie "Finis" e "L’Ultima notte" in cui il Nostro descrive magistralmente la fine, rispettivamente, dell’Universo e del nostro pianeta, in "Finis" : "... Ecco ! Nella camera del tempo io meditavo, a torce spente, al trionfo degli Dei o al fasto funereo dei demoni per i quali splendevano le fiamme. Sopra l’ultima quiete, con la serena pace della notte, il muto ed impassibile cielo abbracciava il mondo vivente come il mare in cui affonda il ciottolo".

Ne "L’Ultima notte" il mondo lancia la "... sua ultima voce carica di paura" sotto "...un’incandescente morte".

Smith esaltò il fluire del tempo, l’ossidarsi di qualsiasi cosa, l’oblio, in parole povere la decomposizione, attraverso tutti i suoi processi, mentre Lovecraft, per esempio, esaltava la grandezza romana, CAS scriveva di Nerone ed Eliogabalo, due imperatori corrotti che diedero numerosissimi segni di indifferenza verso la proverbiale fermezza romana.

Quando Smith scrisse un poema in prosa ambientato nel palazzo di Augusto ("The Shadows") lo fece per esaltarne soltanto le ombre che avrebbero vinto su tutto, nonostante la grandezza del personaggio storico.

Lo stesso criterio è stato utilizzato per "L’Immagine di Bronzo e l’immagine di Ferro" in cui una divinità racconta del sogno premonitore in cui "la polvere dei sovrani sarà offerta al vento del mare".

E la stessa cosa si può dire di molti altri poemi come "Dalle cripte della memoria", in altre sue opere il liuto che gettato via si è "Spezzato e ossidato" o il pianeta dissecato di "Sadastor".

Nei suoi scritti appare limpida la proprietà di linguaggio, la cerca quasi ossessiva della bellezza ed il ricorso costante dei colori come mezzo per raggiungerla : è attraverso suggestive scelte cromatiche, spesso riguardanti motivi floreali, che Smith ci abbaglia con tutta la sua bravura, ma più delle critiche occorre leggere "Il Demone Floreale", un poema in prosa di trecento parole.

Proprio i poemi in prosa sono forse la migliore espressione del nostro autore, il suo stile antico (quasi medioevale) diventa danzante e melodioso, eccezionalmente forbito, senza una trama ma con l'obiettivo di evocare il "senso del meraviglioso". Smith non fu mai uno scrittore per il grande pubblico, soffrì tremendamente nel sottostare alle leggi del mercato editoriale ed appena gli fu possibile tornò a dedicarsi a tempo pieno alla poesia, e ad altre forme d’arte. La forma ibrida del poema in prosa (tipica anch’essa del decadentismo francese) è quindi un incrociarsi di passioni artistiche che tanta malia esercitarono sull’autore.

Oltre la metà dei poemi in prosa scritti da Smith furono pubblicati in Ebony and Crystal nel 1922, quando non aveva ancora compiuto trent’anni : dopo di allora CAS ne scrisse in media quasi uno ogni due anni, e non della stessa bellezza evocativa.

La partenza di Afrodite che tocca irrimediabilmente il cuore del poeta unico testimone del divino addio, o il nero lago che riflette a mezzogiorno le stelle della sera sono solo il pretesto per la penna d’oca di Smith che vergava con la sua dorata scrittura visioni che somigliavano a quadri surrealisti.

Il "Divoratore di Hashish" è un lungo poema scritto in esametri sciolti in cui Smith si identifica nell’imperatore dei sogni protagonista della narrazione : il suo peregrinare tra le sconosciute meraviglie dell’universo, le immagini che si affollano, l’uso di parole designanti esseri semi-dimenticati (come "Wyvern", un drago alato a due zampe con coda ad uncino, o "Cockatrice", un serpente mitico) ed un ritmo ipnotico ed incessante rendono il poema una sinfonia psichedelica che ha per oggetto il cosmo, una splendida cavalcata tra oscure terre e misteriche piante.

Anche i suoi racconti hanno quasi sempre il gusto dell’esotico : dalla perduta Poseidonis, ultima isola della sprofondata Atlantide, passando per Hyperborea, si attraversa la contea medioevale di Averoigne per giungere a Zotique, ultimo continente della Terra.

I cicli narrativi del nostro autore hanno una caratteristica peculiare : non esistono eroi nel vero senso della parola, né personaggi "seriali", il continuum è dato dall’ambientazione e non dalle persone, i personaggi che fanno la loro comparsa due volte sono molto pochi, tra questi Maal Dweeb e Malygris, due onnipotenti stregoni, e l’equipaggio dell’Alcyone, una nave spaziale protagonista di due racconti (venati di feroce quanto sottile umorismo con cui l’autore mette alla berlina alcuni archetipi della Fantascienza di quel tempo) ed una sinossi mai trasformata in racconto, in questa traccia –"The ocean-world of Alioth"- Smith fustiga anche i principi della vivisezione e degli esperimenti su altri esseri viventi.

Difficile dire quale ciclo sia migliore dell’altro, la qualità è altissima, l’atmosfera "weird" impregna ogni racconto come quello ambientato nell’oscura Averoigne dove si consuma il dramma di ecclesiastici che ritrovano una splendida statua di Venere, la Dea prenderà vita dalle carezze di quei frati e persino nel buio della morte troverà tra loro un compagno per l’eternità.

Il ritorno ad una vita che non è tale, è un altro dei temi di Smith, spesso tali ritorni trovano l’apogeo in una sorta di necrofilia al contrario, ovvero i morti fanno l’amore con i vivi, questi ultimi quasi ignari, succubi del fascino che l’inesplicabile esercita su di loro, è facile immaginare quanto Smith si riconoscesse in essi, vittime desiderose di conoscere ciò che la Natura ci impedisce di sapere. Tra queste opere il dramma " Il Morto ti tradirà" e "La morte di Ilalotha", entrambi ambientati a Zotique, sono forse i lavori più riusciti, tuttavia le sfumature mondane non infoltiscono la schiera degli amori indissolubili e romantici nella comune accezione che si dà al termine, sono bensì piccole fontane da cui sgorga benefico il Lete, l’acqua che scioglie ogni dissapore perché rende immemori.

Tutto è "straniero", ovvero esotico, anche nei suoi racconti fantascientifici, pur privi di diligenti automatismi, dove si esalta la solitudine amplificata dallo spazio o le stupide convenzioni umane (se non quelle degli editori con alcune parodie di racconti in voga all’epoca). Del resto sappiamo che Smith non amava la letteratura realista, preferiva dare accenti fantastici o visionari a ciò che scriveva.

Nelle sue storie la trama recita una parte decisamente secondaria, probabilmente se Smith avesse dato alla luce storie lunghe e complete di tutti gli stereotipi narrativi oggi sarebbe guardato come un caposcuola, e non sarebbe relegato in un ruolo di secondo piano.

Forse il punto fondamentale della narrativa Smithiana, e anche della sua poetica, è lo "Stupore".

Stupore per la bellezza del cosmo, per la delicatezza dei sentimenti, per tutte le manifestazioni della Natura (in lui mai "matrigna" come per il Leopardi), per l’antropocentrismo, insomma l’eterna meraviglia fanciullesca nei confronti di tutto ciò che ci circonda. Ma Smith sa di essere prigioniero, come tutti gli uomini, di un corpo e ospite di un pianeta, così non gli resta altra via di fuga che il dar libero sfogo alla sua fantasia : chimere, gorgoni e altri esseri mitologici sono presi in prestito con il pretesto di far dimenticare all’uomo i lacci che lo legano, a volte rivivono tra noi mentre in altri casi sono trasportati su altri pianeti. Ancora, nuove forme di vita prendono forma tra le sue pagine, decine e decine di esseri molto più estranei alle nostre comuni concezioni dei peggiori rappresentanti dei "bestiari medioevali".

Un altro fondamentale strumento che si interseca con i sentimenti smithiani di meraviglia e stupore è la magia, intesa come manifestazione di forza in comunione con altre energie naturali di questo pianeta ma anche dell’universo intero, nei più potenti stregoni.

La magia è quindi naturale, come il silenzio (altro elemento tipico delle opere di Smith), c’era ai primordi dell’uomo e sempre lo accompagnerà, non deve far meraviglia quindi che nei racconti ambientati a Zotique ci sia un così largo uso dello strumento magico in quanto esso è necessario per rendere più chiaro il punto di vista dell’autore sull’argomento.

La magia prima della scienza e dopo di essa, le avventure che coinvolgono i malcapitati protagonisti delle sue vicende conducono quasi tutte alla fine, e poiché "...Anche il Mondo, alla fine, non sarà che un segno tondo" non c’è da meravigliarsi se la filosofia di C.A.S. sia molto pessimistica nei confronti dell’uomo, valutato come polvere dell’universo, ma l’amarezza della vita ha il suo rimedio nel viverla, oppure no ? In fondo il protagonista di "Universi Paralleli" diviene vittima o padrone del suo alter-ego ultra-dimensionale ? Si avvicina alla morte o alla vittoria su di essa ?

Il malizioso sorriso di Smith sembra una serafica sfinge che osserva le umane miserie dal suo piedistallo di enigmi irrisolti, certamente la sua spiritualità esiste, ed è persino marcata, basti leggere "La città della Fiamma Cantante" che non a caso era il racconto che preferiva, la fiamma rigenerativa è la barriera che divide più dimensioni, la materia dall’antimateria, la vita dalla morte, il corpo dal puro spirito, del resto in tutti i suoi scritti traspare l’idea di una sopravvivenza in qualche modo, tra alambicchi e grimori, come una sorta di indistinta eco che potrà tornare forte e chiara in chissà quale tempo e chissà quale luogo.

L’ultima poesia di Smith ("Cicli"), datata 4 Giugno 1961, narra proprio di questa sua speranza di sopravvivenza. Quest’opera è stata trascritta nel "Libro Nero" assieme a molte altre idee, sinossi, aforismi e titoli di racconti mai scritti.

Il "Libro Nero" di Clark Ashton Smith è, assieme al "Commonplace Book" di Lovecraft, il libro d’appunti più famoso della letteratura fantastica.

L’edizione della Arkham House è datata 1979, a cura di Marvin R. Hiemstra (responsabile anche di una breve prefazione) e di Donald Sidney-Fryer, autore di note molto interessanti ed utili.

Il "Libro Nero" deve il suo nome a R.A.Hoffmann che nell’estate del 1945 fece visita a Smith. Il poeta californiano mostrò al suo ospite il taccuino in cui annotava spunti, idee e sinossi : la pelle nera della copertina ne suggerì il nome che, da quel momento in poi, non fu più cambiato.

In realtà questo libro non era tale : scritto su fogli mobili con un’incerta grafia nera (solo in brevi tratti l’inchiostro usato fu il blu o il violetto), il "Libro Nero" aveva la funzione di condurre lo scrittore da una prima idea iniziale alla stesura finale del racconto, della poesia o dell’aforisma.

Non fu scritto da Smith per un’eventuale pubblicazione e da esso, in vita, furono pubblicati solo brevi estratti contenenti qualche aforisma per alcuni giornali locali.

Solo per mera curiosità indichiamo quale forma avesse l’originale : copertina (ovviamente) nera, lunga 20 cm, larga 15 cm e spessa 1,5 cm conteneva fogli a righe, per la precisione 37, ognuno di essi era lungo 19 cm e largo 13 cm. Come già scritto in precedenza l’inchiostro usato fu prevalentemente il nero, fatta eccezione per alcune sezioni scritte i blu, in violetto o a matita.

Nell’autunno del 1961 la vedova di Smith, Carol Jones Dorman, affidò il "Libro Nero" ai due curatori che ne trascrissero manualmente il contenuto raffrontandolo più volte con l’originale : furono necessarie tre verifiche tra le due copie più una quarta, definitiva, con l’originale, prima di poter dire che il materiale era stato scritto fedelmente e per intero.

Il "Libro Nero" regala al suo lettore gemme di inusitata grandezza, come per la poesia "Cicli", l’ultima poesia scritta da Smith e datata 15 Giugno 1961, parti di versi poi rifiutati nelle sue poesie, sinossi mai divenute racconti, nonché aforismi e indicazioni precise sulla catalogazione dei suoi racconti per cicli. Insomma, il lettore può svariare dalle curiosità pura e semplice come l’elaborazione dell’inserzione pubblicitaria di "The Double Shadows" alla spiegazione personale della filosofia del racconto fantastico : "... adombramento o raffigurazione del rapporto umano, passato, presente e futuro, verso l’ignoto e l’infinito...".

Tracce di una passione per la cultura celtica (forse merito di Howard) e per la Cabala ebraica si susseguono ad espedienti per avere nomi evocativi da inserire nei racconti: l’uso al contrario di parole come "Malefic", "Sorcerer" o "Maleficient".

Splendidi e commoventi aforismi sull’amore ("Lei se ne andò ed io venni lasciato a ponderare sulle geometrie rette e curve dell’amore") e sinossi come "La colossale incarnazione" poi divenuto "Il colosso di Ylourgne" si alternano ad elenchi di racconti, alcuni dei quali non saranno mai scritti, a parole accostate per chissà quale rima ("Horologe" e "Gamboge") per arrivare agli pseudonimi usati da Smith, come Cristophe des Laurières per le sue presunte traduzioni francesi (in realtà sua composizioni) o Timeus Gaylord (nome del padre e cognome della madre).

Tutto nel "Libro Nero" è affascinante poiché egli, come scrive all’interno di esso è riuscito a "restituire il primitivo mistero alle cose profanate" con una visione cosmica della vita, unita ad un impeto simbolico che solo in rari casi ha avuto eguali nel panorama letterario fantastico.

Insomma la penna di Clark Ashton Smith è intinta in una tavolozza intrisa di iridescenti colori, la sua poesia, la prosa graffiante e la filosofia che lo distingueva, lo rendono ancora molto interessante e meritevole di nuova, e più splendente luce.

3. Appendice Bibliografica

POEMI IN PROSA DI CLARK ASHTON SMITH

Tutti i poemi in prosa sono stati ripubblicati nelle raccolte "Nostalgia of the Unknown" per la Necronomicon Press nel 1988 e ristampati successivamente nel 1993 e "Poems in prose" edito da Arkham House nel 1965 in 1016 copie.

In Italia sono state pubblicate le seguenti traduzioni : "Cineserie" ("Chinoiserie") e "Lo specchio nella sala d’ebano ("The mirror in the hall of ebony") in "Gli orrori di Yondo e altri racconti" ed. Meb di Torino 1979, "Dalle cripte della Memoria" ("From a crypts of memory") e "Le ombre" ("The shadows") in "Al di là del tempo e dello spazio" ed. Meb di torino, 1979.

Le edizioni Fanucci hanno pubblicato "La desolazione di Soom" ("The desolation of Soom") e "I Memnon della notte" ("The Memnons of the Night") in "Il destino di Antarion" del 1986 e ripresentato "Cineserie" assieme a "Lo specchio nella sala d’ebano" in "Averoigne" del 1988, "Al demonio" ("To the demon") e "Dalle cripte della memoria" in "Xiccarph" del 1989.

Ne "Il vento delle stelle" si trovano "Il demone floreale" e "La nostalgia di cose sconosciute"

In "Ombre dal cosmo" edito da Yorick Fantasy magazine del 1999 sono presenti "Il lago nero" ("The black Lake") e "La foresta proibita" ("The forbidden Forest").

RACCONTI DI CLARK ASHTON SMITH

A Good Embalmer
Strange Shadows, Greenwood Press 1989
"Il buon imbalsamatore" in "Ombre dal cosmo"

A Night in Malnéant
The Double Shadow and Other Fantasies, Auburn Journal 1933
"Una notte a Malnéant" in "Al di là del tempo e dello spazio", "Malneant" e "Ancora Weird Tales"

A Rendezvous in Averoigne
Weird Tales, April/May 1931
"Un Rendez-vous in Averoigne" in "Al di là del tempo e dello spazio" e "Averoigne", tradotto anche come "Il signore di Malinbois" in "Storie di Vampiri"

A Star-Change
Wonder Stories, May 1933
"Da stella a stella" in "Mondi perduti"

A Tale of Sir John Maundeville
The Fantasy Fan, October 1933
"Un racconto di sir John Maudeville" in "La Venere di Azombeii"

A Vintage from Atlantis
Weird Tales, September 1933 "Il vino dell’Atlantide" in "Gli orrori di Yondo e altri racconti"

A Voyage to Sfanomoe
Weird Tales, August 1931
"Un viaggio a Sfanomoe" in "Mondi perduti"

An Adventure in Futurity
Wonder Stories, April 1931
"Un’avventura nel futuro" in "Grande enciclopedia della fantascienza" e "La Venere di Azombeii"

An Offering to the Moon
Weird Tales, September 1953
"Un’offerta alla Luna" in "Le metamorfosi della Terra"

Beyond the Singing Flame
Wonder Stories, November 1931
Unito a "La città della fiamma musicale" in "Al di là del tempo e dello spazio", in "La città della fiamma cantante" in "Averoigne" e con il medesimo titolo in "Il vento delle stelle"

Double Cosmos
Strange Shadows, Greenwood Press 1989
"Universi paralleli" in "Ombre dal cosmo"

Dweller in Martian Depths
Wonder Stories, March 1933
"I figli dell’abisso" in "Gli orrori di Yondo e altri racconti" e in "Xiccarph"

Genius Loci
Weird Tales, June 1933
Id. in "Genius Loci e altri racconti" e "Malneant". Tradotto anche come "Nella palude" in "Horroriana"

In the Book of Vergama (foreword)
Strange Shadows, Greenwood Press 1989

Mandor's Enemy (fragment)
Strange Shadows, Greenwood Press 1989

Marooned in Andromeda
Wonder Stories, October 1930
"Abbandonati su Andromeda" in "Le metamorfosi della Terra"

Master of the Asteroid
Wonder Stories, October 1932
"Il padrone dell’asteroide" in Urania n. 469 e "Dio lunare" in "Il destino di Antarion"

Monsters in the Night
The magazine of fantasy and SF, ottobre 1954
"Mostri nella notte" in "La Venere di Azombeii" e "Signori della notte" in "Nova SF n.20.

Morthylla
Weird Tales, May 1953
Id. in "Zotique"

Mother of Toads
Weird Tales, July 1938
Versione non censurata : Mother of Toads, Necronomicon Press 1987
"Madre di rospi" in "Il destino di Antarion"

Murder in the Fourth Dimension
Amazing Detective Tales, October 1930
"Omicidio nella quarta dimensione" in "Il destino di Antarion"

Necromancy in Naat
Weird Tales, July 1936
"I negromanti di Naat" in "Zotique"

Nemesis of the Unfinished
with Don Carter
Strange Shadows, Greenwood Press 1989

Phoenix
Time to Come, Farrar, Strauss & Young 1954
"La fenice" in "La Venere di Azombeii"

Prince Alcouz and the Magician
The Year's Best Fantasy Stories : 4, DAW 1978

Sadastor
Weird Tales, July 1930
Id. in "Al di là del tempo e dello spazio" e "Xiccarph"

Schizoid Creator
Fantasy Fiction, November 1953
"Doppio gioco" in Urania n.450

Seedling of Mars
Wonder Stories Quarterly, Fall 1931
"La pianta di Marte" in "Il destino di Antarion"

Something New
10 Story Book, August 1924
"Qualcosa di nuovo" in "La Venere di Azombeii"

Strange Shadows / I Am Your Shadow
Strange Shadows, Greenwood Press 1989

Symposium of the Gorgon
Fantastic Universe Science Fiction, October 1958
"Il simposio della gorgone" in " Il destino di Antarion"

The Abominations of Yondo
The Overland Monthly, April 1926
"Gli orrori di Yondo" in "Gli orrori di Yondo e altri racconti" e in "Hyperborea"

The Amazing Planet
Wonder Stories Quarterly, Summer 1931
"Il pianeta stupefacente" in "Le metamorfosi della Terra"

The Beast of Averoigne
Weird Tales, May 1933
Varient : Strange Shadows, Greenwood Press 1989
"Il mostro dell’Averoigne" in " Genius Loci ed altri racconti" e "Averoigne"

The Black Abbot of Puthuum
Weird Tales, March 1936
"L’abate nero di Puthuum" in "Zotique"

The Chain of Aforgomon
Weird Tales, December 1935
"La catena di Aforgomon" in " Al di là del tempo e dello spazio"

The Charnel God
Weird Tales, March 1934
"Il Dio dei morti" in "Zotique"

The City of the Singing Flame
Wonder Stories, July 1931
"La città della fiamma musicale" in "al di là del tempo e dello spazio", "La città della fiamma cantante" in "Averoigne" e ne "Il vento delle stelle" .

The Colossus of Ylourgne
Weird Tales, June 1934
"Il colosso di Ylourgne" in "Genius Loci e altri racconti", "Averoigne", "I rivali di Frankestein" e "Storie di streghe".

The Coming of the White Worm
Stirring Science Stories, April 1941
Variante : Strange Shadows, Greenwood Press 1989
"L’avvento del verme bianco" in "Gli orrori di Yondo e altri racconti", "Hyperborea" e "Fantasy".

The Dark Age
Thrilling Wonder Stories, April 1938
"Medio evo" in "Gli orrori di Yondo e altri racconti" e "Malneant".

The Dark Eidolon
Weird Tales, January 1935
"L’idolo tenebroso" in "Zotique"

The Dart of Rasafa
Strange Shadows, Greenwood Press 1989
"Gli uomini-rettile di Rasasfa" in "Yorick" n.20-21

The Dead Will Cuckold You (play)
In Memoriam: Clark Ashton Smith, The Anthem Series 1963

The Death of Ilalotha
Weird Tales, September 1937
"La morte di Ilalotha" in "Zotique"

The Death of Malygris
Weird Tales, April 1934
"La morte di Malygris" in "Mondi perduti"

The Demon of the Flower
Astounding Stories, December 1933
"Il demone del fiore" in "Mondi perduti" e "Xiccarph"

The Desolation of Soom
Poems in prose, Arkham House 1965
"La desolazione di Soom" in "Il destino di Antarion"

The Devotee of Evil
Stirring Science Stories, February 1941
"L’adoratore del demonio" in "Gli orrori di Yondo e altri racconti", "Malneant" e "Storie di diavoli".

The Dimension of Chance
Wonder Stories, November 1932
"La dimensione del caso" in "Le metamorfosi della Terra"

The Disinterment of Venus
Weird Tales, July 1934
"Il ritrovamento di Venere" in "Genius Loci e altri racconti" e "Averoigne"

The Door to Saturn
Strange Tales, January 1932
"La porta di Saturno" in "Al di là del tempo e dello spazio" e "Hyperborea"

The Double Shadow
The Double Shadow and Other Fantasies, Auburn Journal 1933
"La doppia ombra" in "Al di là del tempo e dello spazio" e "L’orrore secondo Lovecraft"

The Empire of the Necromancers
Weird Tales, September 1932
"L’impero dei negromanti" in "Zotique" e "Racconti fantastici del ‘900".

The Enchantress of Sylaire
Weird Tales, July 1941
"L’incantatrice di Sylaire" in "Gli orrori di Yondo e altri racconti", "Averoigne" e "Storie di streghe".

The End of the Story
Weird Tales, May 1930
"La fine della storia" in "Averoigne" e "Storie di vampiri"

The Epiphany of Death
The Fantasy Fan, July 1934
"Epifania di morte" in "Gli orrori di Yondo e altri racconti"

The Eternal World
Wonder Stories, March 1932
"Il mondo senza tempo" in "Mondi perduti" e "Malneant"

The Flower-Women
Weird Tales, May 1935
"Sirene floreali" in "Mondi perduti" e "Xiccarph"

The Garden of Adompha
Weird Tales, April 1938
"Il giardino di Adompha" in "Zotique"

The Ghost of Mohammed Din
Revisione del racconto giovanile omonimo
The Overland Monthly, November 1910
"Il fantasma di Mohammed Din" in "La Venere di Azombeii"

The Ghoul
The Fantasy Fan, January 1934
"Il ghoul" in "La saga di Cthulhu"

The Gorgon
Weird Tales, April 1932
"La gorgone" in "Genius loci ed altri racconti" e "Xiccarph". Tradotto anche come "Lo sguardo di pietra" in "Sempre Weird Tales"

The Great God Awto
Thrilling Wonder Stories, February 1940
"Il grande Dio Auto" nell’omonimo libro e "Lezione di archeologia" nell’Urania n. 455

The Holiness of Azedarac
Weird Tales, November 1933
"La santità di Azeradac" in "Genius loci ed altri racconti" e "Averoigne"

The Hunters from Beyond
Strange Tales, October 1932
"I cacciatori dell’al di là" in " Gli orrori di Yondo e altri racconti", "Malneant" e "Il meglio di Strange Tales"

The Ice-Demon
Weird Tales, April 1933
"Il demone di ghiaccio" in "Gli orrori di Yondo e altri racconti" e "Hyperborea"

The Immeasurable Horror
Weird Tales, September 1931
"L’incommensurabile orrore" in "La Venere di Azombeii"

The Immortals of Mercury
Science Fiction Series #16, Stellar Publishing 1932
"Gli immortali di Mercurio" nell’Urania n.520

The Invisible City
Wonder Stories, June 1932
"La città fantasma" in "Genius loci ed altri racconti" e "Xiccarph"

The Isle of the Torturers
Weird Tales, March 1933
"L’isola dei torturatori" in "Zotique"

The Justice of the Elephant
Oriental Stories, Autumn 1931
"La giustizia dell’elefante" in "La Venere di Azombeii"

The Kiss of Zoraida
The Magic Carpet Magazine, July 1933
"Il bacio di Zoraida" in "La Venere di Azombeii"

The Last Hieroglyph
Weird Tales, April 1935
"L’ultimo geroglifico" in "Zotique"

The Last Incantation
Weird Tales, June 1930
"L’ultimo incantesimo" in "Mondi perduti"

The Letter from Mohaun Los
Wonder Stories, August 1932
"La lettera da Mohaun Los" in "Mondi perduti" e "Malneant"

The Light from Beyond
Wonder Stories, April 1933
"La luce dell’al di là" in "Mondi perduti" e "Malneant"

The Mahout
Revised version of juvenile tale
The Black Cat, August 1911
"Il Mahout" in "La Venere di Azombeii"

The Maker of Gargoyles
Weird Tales, August 1932
"Il Fabbricante di gronde" in "Il destino di Antarion"

The Malay Krise
Revisione del racconto giovanile The Afghan Tale
The Overland Monthly, October 1910
"Il pugnale malese" in "La Venere di Azombeii"

The Mandrakes
Weird Tales, February 1933
"La Mandragola" in "La Venere di Azombeii"

The Master of the Crabs
Weird Tales, March 1948
"Il signore dei granchi" in "Zotique

The Maze of Maal Dweb
The Double Shadow and Other Fantasies, Auburn Journal 1933
"Il labirinto di Maal Dweb" in "Mondi perduti" e "Xiccarph"

The Metamorphasis of Earth
Weird Tales, September 1951
"Le metamorfosi della Terra" nell’omonimo libro

The Monster of the Prophecy
Weird Tales, January 1932
"Il mostro della profezia" in "Al di là del tempo e dello spazio" e "Xiccarph"

The Nameless Offspring
Strange Tales, June 1932
"La progenie senza nome" in "Gli orrori di Yondo e altri racconti", "Malneant". Tradotto anche come "Il frutto della tomba" in " Il meglio di Strange Tales" e come "Vampiro" in "Storie di Vampiri".

The Necromantic Tale
Weird Tales, January 1931
"L’Avo" in "La Venere di Azombeii"

The Ninth Skeleton
Weird Tales, September 1928
"Il nono scheletro" in "Genius Loci e altri racconti" e "Averoigne"

The Phantoms of the Fire
Weird Tales, September 1930
"I fantasmi del fuoco" in "Genius Loci e altri racconti" e "Malneant"

The Planet of the Dead
Weird Tales, March 1932
"Il pianeta della morte" in "Mondi perduti". Tradotto anche come "Il destino di Antarion" nell’omonimo libro

The Plutonian Drug
Amazing Stories, September 1934
"La droga plutoniana" in "mondi perduti" e "Malneant"

The Primal City
The Fantasy Fan, November 1934

The Raja and the Tiger
Revisione del racconto giovanile The Tiger The Black Cat, February 1912
"Il Rajah e la tigre" in "Le metamorfosi della Terra"

The Resurrection of the Rattlesnake
Weird Tales, October 1931
"Il serpente a sonagli" in "La Venere di Azombeii"

The Return of the Sorceror
Strange Tales, September 1931
"Il Ritorno dello stregone" in " Al di là del tempo e dello spazio". Tradotto anche come "La vendetta dello stregone" in "I miti di Cthulhu"

The Root of Ampoi
The Arkham Sampler, April 1949
La radice di Ampoi" in "Il destino di Antarion"

The Satyr
La Paree Stories, July 1931
"Il satiro" in "Genius Loci ed altri racconti" e in "Averoigne"

The Second Interment
Strange Tales, January 1933
"La seconda sepoltura" in "Al di là del tempo e dello spazio"

The Seed from the Sepulchre
Weird Tales, October 1933
"Il seme nel sepolcro" nell’Urania n.450 e in "Scendendo : romanzi e racconti di fantascienza sotterranea"

The Seven Geases
Weird Tales, October 1934
"Le sette fatiche" in "Mondi perduti" e "Hyperborea"

The Supernumerary Corpse
Weird Tales, November 1932
"Il cadavere in eccesso " in "La Venere di Azombeii"

The Tale of Satampra Zeiros
Weird Tales, November 1931
" Il racconto di Satampra Zeiros" in "Al di là del tempo e dello spazio" e "Hyperborea"

The Testament of Athammaus
Weird Tales, October 1932
"Il testamento di Athammaus" in "Al di là del tempo e dello spazio" e "Hyperborea"

The Theft of the Thirty-Nine Girdles
Saturn Science Fiction & Fantasy, March 1958
"Il furto delle trentanove cinture" in "Il destino di Antarin"

The Third Episode of Vathek
Leaves, Summer 1937
"Il terzo episodio di Vathek" in "Gli orrori di Yondo e altri racconti"

The Tomb-Spawn
Weird Tales, May 1934
"Nato nella tomba" in "Zotique" e "Ultimo sangue"

The Treader of the Dust
Weird Tales, August 1935
"Il dio della polvere" in "Gli orrori di Yondo e altri racconti" e "Malneant". Tradotto anche come "Colui che cammina nella polvere" in "Sempre Weird Tales"

The Uncharted Isle
Weird Tales, November 1930
"L’isola senza nome " in "Al di là del tempo e dello spazio"

The Vaults of Yoh-Vombis
Weird Tales, May 1932
Uncut version: The Vaults of Yoh-Vombis, Necronomicon Press 1988
"Le cripte di Yoh-Vombis" in "Al di là del tempo e dello spazio" e "Xiccarph"

The Venus of Azombeii
Weird Tales, June/July 1931
"La venere di Azombeii" nell’omonimo libro.

The Voyage of King Euvoran
The Double Shadow and Other Fantasies, Auburn Journal 1933
"Il viaggio di re Euvoran" in "Zotique"

The Weaver in the Vault
Weird Tales, January 1934
"Il tessitore nella cripta" in "Zotique"

The Weird of Avool Wuthoqquam
Weird Tales, June 1932
"Il destino di Avool Wuthoqquan" in "Al di là del tempo e dello spazio" e ""Hyperborea"

The White Sybil
The White Sybil, Fantasy Publications 1935
"La sibilla bianca" in "Gli orrori di Yondo e altri racconti" e "Hyperborea"

The Willow Landscape
The Double Shadow and Other Fantasies, Auburn Press 1933
"Il paesaggio dei salici" in "Genius Loci ed altri racconti" e "Xiccarph"

The Witchcraft of Ulua
Weird Tales, February 1934
"La stregoneria di Ulua" in "Zotique"

Thirteen Phantasms
Fantasy Magazine, March 1936
"I tredici fantasmi" in "La Venere di Azombeii"

Told in the Desert
Over the Edge, Arkham House 1964
"Il vagabondo nel deserto" in "La Venere di Azombeii"

Ubbo-Sathla
Weird Tales, July 1933
Id. in "Al di là del tempo e dello spazio" e "Hyperborea"

Vulthoom
Weird Tales, September 1935
Id. in Mondi perduti" e "Xiccarph"

Xeethra
Weird Tales, December 1934 Id in "Zotique"

BIBLIOGRAFIA ITALIANA

I LIBRI DI SMITH

"Zotique". Edizioni Nord, Milano. 1977. Ristampato nel 1992.

"Genius Loci e altri racconti". Edizioni Meb, Torino. 1978.

"Mondi perduti". Edizioni Meb, Torino. 1979.

"Gli orrori di Yondo e altri racconti". Edizioni Meb, Torino.1979.

"Al di là del tempo e dello spazio". Edizioni Meb, Torino.1979

"Il destino di Antarion". Edizioni Fanucci, Roma 1986.

"La Venere di Azobeii". Edizioni Fanucci, Roma 1986.

"Le metamorfosi della Terra". Edizioni Fanucci, Roma 1987.

"Averoigne". Edizioni Fanucci, Roma. 1988.

"Hyperborea". Edizioni Fanucci, Roma. 1989.

"Xiccarph". Edizioni Fanucci, Roma. 1989.

"Malneant". Edizioni Fanucci, Roma. 1990.

"Ombre dal cosmo". Edizioni Yorick Fantasy Magazine, Reggio Emilia. 1999.

I LIBRI CON RACCONTI E POEMI IN PROSA DI SMITH

Collezione Urania numero 450, 455, 469, 520, 947.

"Horror 1". Edizioni Sugar, Milano 1965.

"Il grande dio Auto e altri racconti". Ed dell’automobile, Torino. 1965

"Nova SF" numero 20. Editrice Libra. Bologna 1972.

"I miti di Cthulhu". Edizioni Fanucci, Roma. 1975.

"Scendendo : romanzi e racconti di fantascienza sotterranea". Edizioni Omnibus Mondadori, Milano. 1977.

"Il meglio di Strange Tales". Robot numero 39. Armenia, Milano. 1979.

"I rivali di Frankestein". Edizioni Siad, Milano. 1979.

"Horroriana : 24 storie di paura". Edizioni Mondadori, Milano. 1979.

"Grande enciclopedia della fantascienza" volume terzo. Edizioni Del drago, Milano. 1980.

"Ancora Weird Tales". Edizioni Fanucci, Roma. 1984.

"Sempre Weird Tales". Edizioni Fanucci, Roma. 1985.

"Fantasy". Edizioni Nord, Milano. 1985.

"La saga di Cthulhu". Edizioni Fanucci, Roma.

"Racconti fantastici del ‘900" volume primo. Edizioni Mondadori, Milano. 1987.

"Ultimo sangue". Edizioni Dardo, Bologna. 1992

"Storie di vampiri" Edizioni Newton Compton "Mammuth", Roma. 1994.

"L’orrore secondo Lovecraft". Edizioni Mondadori, Milano. 1995

"Yorick" numero 20-21. Reggio Emilia. 1996

"Storie di streghe". Edizioni Newton Compton "Mammuth", Roma. 1997.

"Storie di diavoli". Edizioni Newton Compton , Roma. 1997.

"Il vento dalle stelle". Edizioni Agpha Press, Roma. 1998.

Fonti biografiche :

"Altre stelle ...altri cieli...lo stesso esotismo" di Gianni Pilo

- "Clark Ashton Smith : ricordi" di E. Hoffmann Price

- "L’ultimo dei decadenti : C.A. Smith" di Domenico Cammarota

dal libro "Il destino di Antarion" edizioni Fanucci, collana "I miti di Cthulhu" anno 1986.

"Il poeta della fiamma cantante" non firmato, dal libro "Averoigne", edizioni Fanucci, collana "I miti di Cthulhu" anno 1988.

"Clark Ashton Smith : memoria di una grande amicizia" di Eric Barker

"Nota bio-bibliografica" di S.T. Joshi

"Autobiografia di Clark Ashton Smith"

Alcune lettere tratte dall’epistolario

In "Ombre dal cosmo" edizioni Yorick Fantasy Magazine a cura di Pietro Guarriello. Anno 1999.

"Principal facts of biography" di Donald Sydney-Fryer in "Emperor of dreams". Dald M. Grant, anno 1978.

"As I remember Klarkash-Ton" e "Memories of Klarkash-Ton" di George F. Haas in "The Black book of Clark Ashton Smith" edizioni Arkham House, anno 1979.

"Afterword : The lost worlds of Klarkash-Ton" di Stephen Jones in "The Emperor of dreams", edizioni Gollancz, anno 2002.

PRINCIPALI RACCOLTE POETICHE

1912 The Star-treader and other poems

1918 Ode and Sonnets

1922 Ebony and Crystal

1925 Sandalwood

1937 Nero and other poems

1951 The dark chateau and other poems

1958 Spells and philtres

1962 The Hill of Dyonisus

1971 Selected Poems

2002 The Last Oblivion

PRINCIPALI RACCOLTE DI RACCONTI

1933 The double shadows and other fantasies

1942 Out of space and time

1944 Lost Worlds

1948 Genius Loci

1970 Zotique

1971 Hyperborea

1972 The abomination of Yondo

1972 Xiccarph

1973 Poseidonis

2002 The Emperor of dreams

ALTRI LIBRI IMPORTANTI

1973 The Fantastic art of Clark Ashton Smith :
Su sculture e quadri di Smith

1973 Planets and dimensions :
Pubblicazione di saggi ad opera di Smith

1978 The emperor of dreams:
Libro bio-bibliografico

1979 The Black Book of Clark Ashton Smith :
Libro di appunti integralmente stampato

1989 Strange shadows:
Pubblicazione di inediti, frammenti, sinossi etc.

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[1] Letteralmente : "To my mother"

To be published in the September-October issue of the Fanzine "La Soglia". © 2003 Bruno Aliotta

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