Il Morto Ti Tradira' (The Dead will Couckold you)

Translation of Clark Ashton Smith by Francesco Bruni e Bruno Aliotta

Dramma in sei scene

  Personaggi

SMARAGAD Sovrano di Yoros
SOMELIS Regina di Yoros
GALEOR Meraviglioso poeta, suonatore di liuto, ospite del re
NATANASNA Negromante
KALGUTH Assistente di Natanasna
SARGO< Tesoriere del re
BORANGA Capitano delle guardie reali

SCENA : Faraad, capitale di Yoros, in Zotique

SCENA I

Una grande camera negli appartamenti della regina, nel palazzo di Smaragad. Somelis è seduta su un alto trono simile ad una sedia, Galeor stà innanzi a lei tenendo il liuto. Baltea e molte altre donne sono distanti, sul divano. Due ciambellani neri sono in attesa sulla porta.

GALEOR ( suona il liuto e canta ) :
Affrettati, non indugiare, o ardente gioventù
A cercare nella notte
Il profilo vaporoso del fuoco o
L'ombra della divina Ililot.

La sua bocca, i suoi occhi,
rendono sereni i confini del sonno,
tra le sopracciglia la Luna
è intravista. Un magico liuto
la predice con selvaggia musica.
Ovunque
Le sue braccia aperte, che sono porte d'avorio
Di terre perdute e del loto
Dove essenze deliziose scorrono
Ti abbracceranno sotto stelle cremisi.

SOMELIS : Mi piace la canzone. Perché hai cantato così tanto di Ililot ?

GALEOR : Lei è la Dea.
Tutti gli uomini la adoravano nella terra della dolce Mirra quando nacqui.
Ci sono uomini in Yoros che adorino qualcun altro ?
Lei è tenera e gentile, solitaria,
si cura degli amanti e dei loro giochi.

SOMELIS : Qui lei è la Dea dell'oscurità,
dove troppo spesso il sangue è mischiato con schiuma di calda delizia …
ma dimmi ancora delle terre lontane dove
gentili adoratori si prostrano

GALEOR : Dal mare
Dove il cangiante Damasco giace, ha
Camere matrimoniale di cedro
Che sono lavorate per letti d'amore
E promesse di un vino vermiglio che scorre.
Ci sono sentieri muschiati dove
Vagano capre tosate;
sardonici grossi marinai tirano la barca nei sotterranei
dove la marea rifluente ha lasciato conchiglie cremisi
come labbra divise da passioni. Nei piccoli porti
i pesci sono incredibili : rossi e marroni come le vele corte
delle isole di Eyre dove falchi marini urlano mentre
con i becchi si tuffano in giù.
Tornano dal tramonto,
e i fuochi illuminano e irradiano
alberi spezzati di galee sulla sabbia.
Attorno a fiamme di madreperla danzano le donne
Un ballo vecchio come l'oceano.

SOMELIS : Avrei voluto nascere in una terra così, non in Yoros

GALEOR : Io vorrei passeggiare con te alla sera, vicino alle acque venate dalla languida spuma e vedere canopi accesi su vette, come lontani fari.

SOMELIS : Sii più tacito : ci sono orecchie che ascoltano e bocche che balbettano tra queste sale. Smaragad è un monarca geloso (s'interrompe mentre entra Smaragad nella stanza)

SMARAGAD : Questa è una bella scena, Galeor sembri di casa nelle stanze delle signore, ti ho detto di intrattenere Somelis più di quanto uno stupido e triste re dovrebbe per il suo regale onore.

GALEOR : Vorrei piacere, con la mia povera canzone ed il mio piangente liuto, ad ambedue le vostre maestà.

SMARAGAD : Davvero tu canti cose dolci e giuste come il Simorgh quando si accompagna. Tu hai la voce per far sciogliere le parti essenziali delle donne per far sgorgare la passione da loro.
Da quanto tempo sei qui ?

GALEOR : Un mese

SMARAGAD : E' trascorsa una Luna piena estiva. Quante delle mie calde cortigiane hai già lasciato ? O dovrei chiederti quanto hanno lasciato te ?

GALEOR : Nessuna, e giuro sul corno crescente o su Ililot stessa che favorisce l'amore e aumenta le pulsioni amorose.

SMARAGAD : Mia promessa - parola mia -Vorrei confermarti che questo caso è raro in Yoros. Quando io ero giovane mi dedicavo all'andare a donne e all'adulterio (girato alla regina) Somelis, hai del vino ?
Vorrei brindare alla castità così rara e ammirevole in anni in cui è difficile esserlo
(la regina indica una brocca d'argento sopra lo sgabello con calici dello stesso metallo. Smaragad si volta indietro verso gli altri, versa il vino nei tre calici e ne riempie uno con la mano libera lo porge a Galeor, l'altra lo serve alla regina e porta il terzo alle sue labbra).
Come vedi ti ho servito con le mie regali mani facendoti onore, e ora dobbiamo brindare tutti a Galeor : che si preservi nella virtù e che beva con noi (Beve a lungo. La regina porge il calice alle labbra assaggiandolo appena. Galeor alza il vino, e dopo una pausa vi guarda dentro).

GALEOR : Che strana spuma !

SMARAGAD : Sembra il gorgoglio che si alza dalle labbra di uomini annegati in qualche oscuro mare di porpora.

SOMELIS : Il tuo umorismo è strano, non c'è spuma nel calice che mi hai dato.

SMARAGAD : Forse è più povero che lento, ( a Galeor) bevi il vino, è vecchio e cordiale, fatto da uomini morti molto tempo fa ( il poeta ancora esita, poi lo beve in solo sorso). Come lo hai trovato ?

GALEOR : Ha il gusto di quello che penso sia l'amore : dolce sulle labbra e amaro in gola (vacilla, poi si piega sulle ginocchia, stringendo ancora l'empio calice).
Mi avete avvelenato, che torto vi ho fatto ? Perché ?

SMARAGAD : Non mi hai mai ingannato ! Hai bevuto il vino che ti spegnerà la mortale sete perché non puoi guardare regine, né loro guardare te, quando melense idee balenano nei tuoi occhi e le tue labbra cantano canzoni d'amore, tributandoti lenti movimenti.

SOMELIS (scendendo dalla sedia e camminando in avanti ) :
Smaragad, questa azione puzzerà in Yoros e balenerà oltre il tenebroso marchio dei dannati (si piega sulle ginocchia vicino a Galeor, ora prostrato sul pavimento mentre muore lentamente. Lacrime cadono dai suoi occhi e posa la mano sulla fronte di Galeor).

SMARAGAD : Eri così tanto per lui ? Quasi pensavo che la corda dell'arco potesse strozzarvi entrambi, ma no, sarebbe troppo bello, andate velocemente alla camera da letto sino a quando non giungerò.

SOMELIS : Io vi aborro, ed il mio cuore fiammeggiante consuma con odio solo la brace senza carne ! (Somelis esce, seguita da Baltea e da altre donne, i due ciambellani rimangono).

SMARAGAD (facendo un cenno a uno dei due ciambellani) :
Vai a chiamare il sagrestano, trascina questa carcassa fuori e seppelliscila di nascosto (il ciambellano esce, il re si volta verso Galeor, ancora vivo) :
Penso alla tua eterna condizione, non ti sei mai ribellato come voleva il tuo desiderio avventato né mai lo farai.

GALEOR (in una debole ma distinguibile voce) : Vorrei perdonarvi ma non c'è tempo per il perdono, nel vostro cuore vi sono campane che mai non conobbi e per le quali io provo un breve dolore, ma sono meno delle punture di vespe nel dolce meriggio nella stagione della frutta.

SCENA II

Sala udienza reale. Smaragad siede sul trono a due posti, una guardia ha il tridente per ogni mano. Guardie sono poste alle quattro entrate. Poche donne e ciambellani passeggiano attraverso la sala. Sargo, tesoriere reale, è in un angolo, Baltea, lì vicino, parla con lui.

BALTEA : Perché il re è in seduta oggi ?
C'è qualche pericolo che grava sullo stato ? Ancora il tuono riempie la sua fronte come un leopardo iroso aspetta tenuto a freno dal ritegno.

SARGO : E' un mago, Natanasna, che invoca pratiche di nefanda negromanzia.

BALTEA : Ho sentito di lui, lo conosci, com'è ?

SARGO : Non posso parlartene, non è tema per chiacchiere mattutine.

BALTEA : Mi rendi curiosa.

SARGO : Bene, ti dirò questo : qualcuno crede che sia un mutante generato da demoni attraverso donne incinte.
Egli è sfacciato in ogni turpitudine come il figlio dell'inferno che è pronto ad essere.
Il suo lignaggio conduce a cammini proibiti e precipizi aborriti, traffica in sinistre ed abissali infamità non compenetrate dalla magia comune.

BALTEA : E' tutto ?

SARGO : Tutta la sua conoscenza è attestata da vecchi tomi. Questo Natanasna è odioso come una strega appena nata, la malvagità che esala è letale come il contagio di lingue appartenute a corpi contagiati da una piaga.

BALTEA : Bene, è sufficiente ciò che dici, non mi piacerà mai quest'uomo malaticcio.

(Entra Natanasna attraverso il portale centrale, cammina in avanti a grandi passi, porta un bastone su cui non si appoggia e sta' innanzi a Smaragad)

SARGO : Devo andare.

BALTEA : Io non indugerò, per il vento che soffia dal cattivo quartiere

(escono Sargo e Baltea seguendo direzioni diverse)

NATANASNA (senza inchini né omaggi) : Mi avete convocato ?

SMARAGAD : Si, mi hanno detto che tu pratichi arti dimenticate tenendo un commercio interdetto, chiami malvagi demoni e morti al tuo servizio. Sono cose vere?

NATANASNA : E' vero che posso chiamare sia il cadavere sia il KA, non attraverso l'anima, raminga in regioni che non mi interessano, e posso costringere i geni di molti elementi ad adempiere al mio mandato.

SMARAGAD : Che ! Osi confessare cose tanto abominevoli ? Non conosci l'antica pena decretata in Yoros per questi crimini aborriti ? Il calderone di asfalto bollente per il bagno di piedi umani, i guanti borchiati per torture, su quale di queste cose vuoi riscaldarti ?

NATANASNA : Davvero conosco la legge, e so che tu hai compiuto un delitto non conosciuto dalla legge.

SMARAGAD : Che vuoi dire ?

NATANASNA : Voglio dire ciò, che tu, il re, hai coperto più tombe di quante io, negromante fuorilegge, possa profanare, e detesti non gli idoli ma la resurrezione dei morti. Hai voluto convocarmi come testimone contro la grigia ombra di Famistan, tuo padre, ucciso nel bagno da morsi di pesci del Taur portati segretamente da te ? O piuttosto vorresti ricordare tuo fratello Aladad, che i cacciatori lasciarono da solo con una ferita da lancia, secondo le tue istruzioni, per vedere se gli animali della palude lo avrebbero soltanto punto ? Poi potrebbe esserci una lunga ed oscura fila di araldi a cui hai affrettato la morte …

SMARAGAD (Semi-alzato dal trono) : Per tutte le sporche campane, chi ti ha dato tanta insolenza ?
Che tu sia uomo o diavolo, o ambedue, io ti scorticherò e lascerò la tua pelle appesa e nuda come un kilt, e annegherò le tue budella ferite con l'argano.

NATANASNA Queste parole sono come superficiale spuma nell'acqua. Nessun dito umano può toccarmi, io posso far ondeggiare questo bastone e chiudermi in un cerchio di alto fuoco generato da un arcano ambiente spaziale.
Mi temi ed hai ragione, conosco tutte le tue azioni segrete e disgustose, i pensieri che renderebbero la tua anima una grotta dove serpenti aggrovigliati nidificano. Dimmi dove era ieri il giovane chiamato Galeor che suonava il liuto senza suonarlo facendo dolce musica per una corte malvagia ? Perché lo hai ucciso ? Non è con la paura del tradimento che tu pensi di farti amare da Somelis ? Ma queste cose le conosco io, e conosco anche la dimora dove Galeor attende il verme.

SMARAGAD (stando eretto con i lineamenti contratti in modo isterico) : Va', Va' !
Via da me ! Fuori da Faraad ! Ecco le parole per allontanarti : quando uscirai da questa sala un mio sgherro sarà già andato a casa tua per catturare Kalguth, il neofita nero. Per ciò che hai detto io prenderò il tuo grazioso amato per l'ebano della sua pelle. Rifletti bene, Kalguth sarà imprigionato qui, nelle cripte sotterranee e si potrà ricongiungere con il Sole di domani solamente incontrandoti fuori dalla città, se tu indugerai io gli infliggerò temibili torture.

NATANASNA : Re Smaragad, se il giovane Kalguth sarà ferito mortalmente risorgerà dagli inferi e spazzerà via il tuo lindo palazzo con bastoni e flagelli di fuoco.
(Esce Natanasna).

SCENA III


Necropoli di Faraad. Morti e semi-decapitati cipressi sono vicini a crepe pietrose di un mausoleo in rovina. Una Luna gibbosa splende attraverso un banco di nebbia. Entra Natanasna mormorando :

Vampiri senza lingua trascinano lamentosi
Alcune vecchie prostitute per l'antica pelle
Ma lui vola veloce verso il macello
Riunendo il sangue sgorgato da maiali pugnalati ed uccisi.

(Kalguth emerge da una porta quasi distrutta di una tomba chiusa a mano, porta un sacco che stende per terra davanti ai piedi di Natanasna).

KALGUTH : Saluti, o capo.

NATANASNA : E' un bene che ti abbia concesso di attendermi in mezzo ai silenziosi morti, trascinandoti dal sonno della crepuscolare mattina mentre nessuna camera vuota era libera.
Come previsto il re si è approfittato della mia presenza nella sala mandando i suoi segugi a scovarti. Non si arrischierà torturarmi oltre perché troppo in alto sono giunto alla gerarchia dei maghi, ma vorrei azzannare il suo sconcertato spleen non completamente armato né curvato dalle arti magiche. Dobbiamo partire prontamente da Yoros, lasciando a tutti i suoi diavoli questo re che non è l'ultimo (fa' una pausa guardando una tomba e la sua lapide). E' una terra dove l'omicidio è compiuto per fare negromanzia, e c'è un dovere da compiere prima di andarcene che non dobbiamo dimenticare.
Io percepisco, mio giovane Kalguth, che hai trovato il luogo che i miei stregoneschi occhi descrivono : quelli laggiù sono gli ingialliti cipressi che la morte ha raggiunto sino alla cima e questa è la tomba di Lord Thammar che ti riparò per tutto il giorno da occhi mortali, guarda come il lichene ha cancellato i suoi titoli macchiandone il nome ( si guarda attorno scrutando completamente il terreno, tiene il suo bastone esteso orizzontalmente. Sopra un certo posto sembra vibrare violentemente nella sua mano come un bastone da rabdomante, sino al punto discendente che quasi tocca la terra).
Questa è la tomba che ricopre Galeor, le zolle sono state smosse di recente e vangate con erba messa sopra alla rinfusa (la sua faccia è volta nella direzione di Faraad con le torri indistinte sopra la necropoli, alza le braccia intrecciando le dita con il pollice puntato in alto nel segno della mezzaluna.
Questo è un potente regno o geloso sovrano timoroso del tradimento.
L'omicidio non può distogliere la tua coraggiosa mente dall'obbrobrio perché io conosco l'incantesimo con cui il morto ti tradirà (volto verso Kalguth) : e ora la cerimonia.
( prende una piccola spada, la magica Arthane, da sotto il mantello, traccia un largo cerchio sull'erba ed uno, più piccolo, all'interno, tagliandolo profondamente ai bordi. Kalguth prende il bastone e quattro piccoli turiboli di ferro perforandoli in modo da modificarli nella forma del doppio triangolo, segno del macrocosmo. Si mette tra i cerchi : ogni turibolo fa' parte dei quattro quarti e li illumina. Il negromante tiene la sua posizione all'interno del cerchio lucente, Natanasna dà Arthane a Kalguth e conserva il sostegno magico che lo tiene innalzato da terra. Ambedue guardano la tomba di Galeor).

NATANASNA (cantando) : Osceno e malvagio spirito, ovunque tu vaghi ascoltami,
Incubos, mio cugino, via :
ritorna dalla notte che infesti
nella falsa foschia tenebrosa
dove larve disincarnate si celano
dalla parola del padrone.
Gli inferi prenderanno il loro accordo
E voi avrete cose da lungo tempo perdute
Per cui avete urlato e vi siete affannati.
Portati dal nero con invisibili ali
Lasciate il vuoto che aborrite
Ed entrate in questa tomba nuova :
potrete avere un corpo rivestito con la pelle di un morto,
risorgerete attraverso la spaccata terra
in una giubilante rinascita,
per l'antica via rinfrescata
dal mantra posato sopra te,
questa azione io la offro a te.

KALGUTH : Si, capo. Il Lich farà il resto.

( Lich è un cadavere con un'anima demoniaca )

KALGUTH : Queste parole sono Urnlengh, un antico linguaggio di Zotique usato da studiosi e maghi.

Le zolle d'erba di dividono e l'incubo che una volta fu Galeor risorge dalla tomba.
Sudiciume della sepoltura sul suo viso, sulle mani e sul vestito.
Il Lich cammina trascinandosi innanzi e stringe gli altri cerchi in modo minaccioso.
Natanasna appoggiato al bastone e ad Arthane controlla lo spirito ribelle.
Il Lich indietreggia.

LICH (in una distinta ed inumana voce) : Mi avete chiamato e devo servire i vostri desideri !

NATANASNA : Segui attentamente le istruzioni : da vialetti nauseabondi e porte posteriori in disuso da lungo tempo ti nasconderai dalla Luna e da occhi umani cercando un ingresso a palazzo. Là, attraverso scale conosciute solo da reali mummie e sale dimenticate da tutti tranne che dai fantasmi, dovrai cercare la camera della regina Somelis e corteggiarla sino al compimento dell'amore, da cui nasceranno amori ed incubi bruciati.

LICH : Hai comandato ed obbedirò.

(Esce il Lich, appena uscito di scena Natanasna comincia a camminare nel circolo. Kalguth spegne il tribolo e lo imballa nella sacca.

KALGUTH : E ora dove andiamo ?

NATANASNA : Dove la prima strada conduce oltre il confine di Yoros. Non attenderemo il germoglio delle messi che abbiamo seminato ma lasceremo alla lezione il mio beneamo e favorito accolito per letti di chiodi ed oscure camere di tortura (Esce Natanasna e Kalguth canta) :

La carne grassa viaggia per ghoul
Che è in agguato in terre di legno oscure.
Sono entrambi lontani ed avranno
Carne selvatica in una tomba ammuffita.

SCENA IV


Camera da letto della regina. Somelis è seduta con la testa non del tutto reclinata sul cuscino. Entra Baltea portando una tazza fumante.

BALTEA : Con il vino che fornisce il calore di Soli morenti e spezie mozzafiato provenienti da isole lontane come il meriggio, io ho fatto questo Ippocrasso scaldato lentamente, è potente, ti prego di berlo ora per poter dormire.

(l'Ippocrasso è un vino avvelenato)

Somelis (gettando via la tazza) : Ah, vorrei poter bere la stessa bevanda che ha bevuto Galeor e lasciare questo palazzo che i miei piedi sempre percorrono con ombre malvagie ed un Sole funesto.
Troppo lento, troppo lento il veleno che mi consuma, composto di amore per lui che è morto, e di ripugnanza per il re

BALTEA : Suonerò per te e canterò, anche se non credo come fece Galeor
(prende un salterio e canta) :

Solo per il rosato luccichio
Splende la stella d'oro nuovamente
Chiama come campane distanti
Cadendo, offuscata nella morte.

Viene il mio amante nella notte
Fiamme ed oscurità nei suoi occhi
Rivive all'amore fuori dalla tomba
Attraverso un intero giorno senza amore.

(Fa' una pausa, si odono dei passi approssimarsi alla stanza)

SOMELIS : Di chi sono questi passi ? Temo sia il re.

(La porta si apre sbattendo violentemente, entra il Lich di Galeor)

BALTEA : Cos'è questo figlio dell'inferno e della morte ?
Come si compiace e sbava ! Sembra Galeor ma non può esserlo.

(Il Lich si muove furtivamente, beffardo, ghignando e miagolando)

SOMELIS : Se tu sei Galeor parlami e rispondimi, chi era tua amica desiderando solo il bene per te in questo amaro e poco amichevole mondo ?

(Baltea esce dopo l'apparizione, scappa dalla camera come in trance)

SOMELIS : Ma tu sei qualche demone sotto forma di Galeor, io ti scongiuro sul sacro nome della dea Ililot di andartene subito.

(Le fattezze, gli arti, il corpo del cadavere sono scossi da convulsioni come da una mortale lotta con un invisibile antagonista. Poi le convulsioni si spengono, la lurida fiamma si spegne negli occhi del morto mentre la sua faccia assume un aspetto di gentile e pietosa perplessità).

GALEOR : Come sono giunto qui ? Mi pare di essere morto ed un uomo ha ammucchiato della pesante e leggera terra sopra di me.

SOMELIS : Ci sono molti misteri qui e poco tempo per discutere i motivi. Ma vedo che tu sei Galeor e non un altro, il caro e dolce Galeor che io credevo morto con tutto il nostro inespresso amore, e questo mi basta.

GALEOR : Io devo essere ancora morto sebbene ti veda, ti ascolti e risponda mentre l'amore si getta nelle mie vene dove la morte si è seduta col suo cupo inverno.

SOMELIS : Cosa ricordi ?

GALEOR : Una piccola notte di nero silenzio, troppo vasta per il tempo in cui ero confinato, poi una voce molto arrogante e autorevole comandò a me, o ad un altro al mio posto di fare ciò che ora non ricordo. Quelle cose erano malefiche, ma ho sentito una lotta in una profonda oscurità con un demone perché un'altra voce ha offerto al demone di andarsene via.

SOMELIS : Certamente io penso si tratti di magia e negromanzia, per quanto chi ti ha chiamato e mandato qui non è riuscito nel suo malvagio intento e non ha fatto male perché sono felice di averti, vivo o morto. C'è un piccolo problema ora : Baltea è andata da Smaragad e lui sarà presto qui balbettando di un doppio omicidio.

(Va' alla porta e la chiude, guarda il poderoso metallo della massiccia fenditura, poi con un fazzoletto ricamato e acqua di brocca lava la muffa tombale dal viso e dalle mani di Galeor, una volta puliti i suoi abiti i due si abbracciano. Lui la bacia e le carezza le guance ed i capelli).

SOMELIS : Ah, il tuo tocco è più dolce di quello che conobbi, come le tue labbra e le tue mani.
Povero Galeor, la tomba ti ha reso freddo, io ti scalderò nel mio letto e tra le mie braccia sino a quando le spade frantumeranno le fragili catene del mistero aprendo ciò che c'è oltre.

(Rumori metallici arrivano alla camera da fuori. C'è un mormorio di voci confuse seguite da rumori che sembrano else di spade che premono sulla porta).

SCENA V

Il padiglione reale nel giardino del palazzo. Smaragad siede in cima ad un lungo tavolo pieno di calici, giare e fiaschi : alcuni vuoti, altri riempiti e altri ancora semi-vuoti. Una dozzina di gozzoviglianti sono sotto le loro libagioni, giacciono sdraiati sul terreno o su panche e divani, Sargo e Boranga stanno cantando :

C'era un ghoul nei tempi andati
E beveva vino nero come il sangue,
senza calice o caraffa,
fresco, dalle profonde vene delle gole dei morti.
Ma noi invece, ma noi invece
Bevemmo da calici di berillio ed oro
Il nero sangue di morti
nei giorni andati.

( Il silenzio si produce mentre i cantanti rinfrescano la gola secca, Smaragad vuota e riempie le caraffe, e la riempie ancora.

BORANGA ( a bassa voce) : Qualcosa ha incollerito ed incupito il re : beve come una persona colpita dal disprezzo, il cui morso pauroso induce ad una sete mortale.

SARGO : Ha accumulato la maggior parte delle nostre botti sventrate dai crapuloni sotto il tavolo; io non credo che rimarrò a lungo qui, questo pomeriggio ho sentito parlare molto di un negromante i cui nefandi misfatti hanno riempito di fetore un ossario molto grande. Non mi basta, infatti, essere stato presente alla sua diatriba con il re : il sovrano mi ha detto di chiamare gli incensieri per affumicare la sala e di far vento per sospingere i vapori di nardo, ventilando con piume di Moa.

BORANGA : Hanno detto che Natanasna e il suo cinereo fuoco sono scomparsi attraverso sconosciuti deserti : Faraad perderà un osso da mordere e su cui spettegolare.
Possa darti la lingua di un elegante uccello o la coda di un aspide piumato per tutte le tue congiure ! Andiamo a sgridare qualcuno perché c'è un intruso in casa.

Il confuso capitano sta' chiamando il suo monarca, che a sua volta sta' ululando alla Luna.

(Entra Baltea, senza fiato e trasandata)

BALTEA : Vostra maestà, c'è un folle fuggito dall'Inferno

SMARAGAD : Cosa dici, qualcuno ti ha usato violenza ?

BALTEA : No, si tratta della regina che è in camera da letto. Io mi sono affrettata.

SMARAGAD : Bene, che ne è di lei ? Perché l'hai lasciata ? E'sola ?

BALTEA : Non è sola ma in compagnia di qualcosa vomitato dalla morte.

SMARAGAD ( quasi in piedi dalla sedia) : Cos'è tutta questa spirale di mistero ? Una cosa senza nome, dici ? Non c'è niente senza nome, io ho una parola per ogni cosa che hai detto qui, ansimando con i tuoi scompigliati capelli

BALTEA : Bene, si tratta di Galeor.

SMARAGAD : Vapori nascosti dall'inferno ! Deve essere molto freddo sottoterra se il mio becchino non ha adempiuto ai suoi uffici

BALTEA : E ora è tornato a visitare la regina Somelis con macchie scure di terra sulla fronte ed una determinata luce nel suo torrido e fisso sguardo.

SMARAGAD : Dimmi, non riesco a credere che sia vero : veloce o morto, per il corno di Tsaidon, cosa stava facendo nella camera della regina ?

BALTEA : Io non so come né perché sia tornato, ma lei gli parlava con gentili parole quando sono corsa a cercare voi.

SMARAGAD : Sargo, Boranga, avete udito, aspettate ed io indagherò su questo nido di incubi e ne troverò il fondo ( Esce dalla porta seguito da altri). Per tutte le piaghe che affliggono i cinque sensi, c'è qualcosa di troppo che puzza in queste valli
Stasera … dove erano le guardie ? Pulirò le loro ottuse e sporche orecchie e bagnerò i loro occhi con bollente cammello tritato. Una tale delinquenza è come lasciarli con un goblin, un uomo o un Lich.

SCENA VI


La sala prima della camera da letto di Somelis. Entra Smaragad, Sargo e Boranga seguiti da due ciambellani. Smaragad tenta di entrare nella stanza della regina, trovando la porta sbarrata bussa su di essa con l'elsa della spada, ma senza risposta.

SMARAGAD : Chi ha sbarrato la porta ? E' stata la regina ? Giuro che non chiuderà mai più un'altra porta quando questa sarà sventrata, se dovesse resistere sarà invece la sua tomba. Boranga, Sargo, datemi le spalle, vicino alle mie (tutti e tre applicano il loro peso sulla porta ma non riescono ad entrare, Sargo, il più debole, perde l'equilibrio e cade, Boranga lo aiuta con i piedi).

SMARAGAD : Veramente i miei antenati costruirono questo palazzo, con tutti i suoi portali, a prova di qualsiasi assedio.

BORANGA : Ci sono macchine per l'assedio nell'arsenale : grandi arieti che hanno abbattuto torri costruite saldamente e aperto i cancelli di città dai loro cardini.
Sire con il vostro permesso vado a prelevarne uno, così insieme potremo controllare la situazione.

SMARAGAD : Non ho legioni qui a testimoniare chi si nasconde nella camera della regina. Non sono avvezzo ad aprire porte non aperte, in tutto il mio regno o nei profondi e tortuosi labirinti multi-circolari di Tsaidon non c'è abisso più oscuro di questa stanza, dove la ragione non può essere che un fantasma sbarrazatosi di bianche valli di follia.

SARGO : Vostra maestà, se questi è davvero Galeor, c'è sentore di Natanasna che ha richiamato altri dalla tomba o dalla fossa comune animandoli con maligni demoni nei loro indecenti corpi. C'è bisogno di un esorcismo. Vorrei avere un sacerdote da condurre qui, per fargli svolgere i riti del caso.

SMARAGAD : Dubito fortemente che il maledetto negromante non sia il promotore di questo fetore da cimitero, ma non ho null'altra scelta che tra te e Boranga (girato al ciambellano) : portami un fascio di pece trementina e nafta.

BORANGA : Sire, qual è il vostro proposito ?

SMARAGAD : Lo vedrete al più presto.

BALTEA : Vostra maestà, come ricorderete ci sono finestre in cui uomini armati potrebbero arrampicarsi con la scala trovando l'ingresso alla camera della regina. Può essere che lei sia in pericolo a causa dell'intruso, avendo inteso l'aria di un incubo.

SMARAGAD : Veramente penso che non sia un intruso visto che la regina ha sbarrato i portali ! Non sarò io ad entrare come un ladro dalla finestra.

(Torna il ciambellano portando fasci e giare d'olio)

SMARAGAD : Appilate il legno e innaffiatelo con la nafta

( Il ciambellano obbedisce, Smaragad prende una torcia da uno dei candelieri lungo la sala e da' fuoco ai fasci. Le fiamme scaturiscono immediatamente e lambiscono la porta di cedro).

SMARAGAD : Scalderò il letto di questo nero libertinaggio che si annida nelle mie valli.

BORANGA : Siete impazzito ? Così darete fuoco all'intero palazzo !

SMARAGAD : Il fuoco è uno strumento di pulizia perché è puro. Ora per completare il piano manca solo il negromante ed il suo scuro cinedo.

(Il fuoco cresce velocemente sino alle tende della stanza la cui stoffa comincia a cadere. Baltea ed il ciambellano fuggono. Una parte di arazzo infuocato cade su Sargo, lo avvolge e lo fa' cadere. Impossibilitato a risalire, striscia, urla con il vestito in fiamme. Una lingua di fuoco si posa sul mantello reale mentre il sovrano getta via l'indumento con un agile gesto.
Le fiamme hanno divorato completamente la porta e assalgono la pesante armatura di legno. Il calore ed il fumo obbligano Boranga e Smaragad a rimanere lì davanti).

BORANGA : Vostra maestà, il palazzo brucia intorno a noi, c'è poco tempo per fuggire.

SMARAGAD : Tu mi dici le cose così chiaramente, ah ! Le benevoli fiamme ! Metteranno a nudo il segreto di questa camera con i misteri che mi hanno reso
Folle … e alla fine ci sarà solo cenere per le convocazioni di qualsiasi stregone.

BORANGA : Sire, dobbiamo andare.

SMARAGAD : Ancora. E' troppo tardi per ogni parola e solamente le azioni rimangono.

(Dopo alcuni minuti la porta cede sui suoi cardini infuocati. Boranga prende il re tra le braccia e cerca di trascinarlo via, Smaragad si volta e colpisce Boranga con il piatto della spada).

SMARAGAD : Lasciami Boranga, andrò ad incidere i libertini mentre si arrostiscono una piccola fetta di carne per cibare i ghoul.

(Brandendo la sua spada balza sopra la porta caduta, nella camera infuocata).

SIPARIO

English original: Il Morto Ti Tradira' (The Dead will Couckold you)

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